Storia del papà di Laban

Laban era uno dei “fedelissimi”: così io e Cristina nel 1996 chiamavamo i ragazzi sempre presenti alla missione (in Kenya) per partecipare ai giochi che proponevamo durante le vacanze scolastiche e che poi si attardavano con noi per un’ultima chiacchiera, per cercare di capirci e conoscerci nonostante l’ostacolo della lingua e della cultura diversa.

Tutti con famiglie in difficoltà, Laban, dopo alcuni anni incerti, si è unito ancora molto giovane ad una ragazza con cui ha poi formato una famiglia di cui è riuscito a prendersi cura dignitosamente arrangiandosi con lavori saltuari soprattutto presso un car wash.

A dicembre del 2019 a suo padre è stato diagnosticato un tumore, ma non c’erano soldi perché lui potesse sottoporsi all’operazione. Egli, già con problemi di alcolismo, ha iniziato a soffrire a tal punto da confidare alla moglie di volersi buttare in mezzo alla strada, sperando che un’automobile lo colpisse. Molti compaesani non erano neanche al corrente della situazione e non erano interessati alle sorti di un uomo con problemi di alcol.

Dopo alcuni mesi, ad aprile, una donna del suo paese è venuta a conoscenza della situazione e ha coinvolto sei famiglie di vicini per raccogliere fondi per l’operazione; tali fondi sono stati usati per pagare il ricovero in ospedale, mentre l’operazione è stata poi eseguita gratuitamente da un amico di una delle famiglie che avevano partecipato alla raccolta fondi. Da questi fondi è avanzata anche una somma di denaro, consegnata direttamente all’uomo e a sua moglie.

Quest’uomo ha finalmente smesso di soffrire nel corpo. Speriamo ora che smetta di soffrire anche nell’animo, avendo avuto prova dell’affetto dei vicini.